Il fantasma Formaggino

C’erano una volta tre ragazzini, Luigi, Marco e Matteo, il più coraggioso.

Un giorno Luigi, il più spavaldo e intraprendente dei tre, propose agli amici di andare a passare un’intera notte nella casa diroccata, in fondo alla via, infestata da un terribile, spaventoso e inquieto fantasma: il fantasma Formaggino.

Si trattava di una grande casa scura, con qualche vetro rotto, porte cigolanti, edera a coprire quasi tutti i muri esterni. La casa si trovava in fondo ad un viale scuro, dietro un cancello arrugginito.

I bambini della zona, che erano costretti a passare lì davanti per andare a scuola, cambiavano marciapiede per la paura.

Marco e Matteo avevano paura come tutti i bambini, ma non volevano darlo a vedere, così accettarono la proposta dell’amico.

La sera di Halloween si ritrovarono davanti al vecchio cancello arrugginito, di via della Civetta, numero 17.

I bambini entrarono, non senza paura, nel giardino abbandonato, passando per un buco della recinzione e cominciarono a camminare lungo il vialetto di ghiaia.

Ad ogni singolo passo, avevano la sensazione di essere seguiti, come se ne sentissero i passi ma, appena provavano a sbirciare, con la coda dell’occhio, non vedevano proprio nessuno.

Senza accorgersene, i tre amici si facevano sempre più vicini.

Il primo a mettere piede, oltre la porta d’ingresso, fu Matteo e, subito, il vecchio pavimento di legno scricchiolò. I tre rabbrividirono.

Con una torcia elettrica, si avventurarono su per le scale e si infilarono nella prima stanza che trovarono aperta.

La porta si chiuse dietro le loro spalle, sbattendo forte. I tre sussultarono, atterriti.

Nessuno, però, voleva cedere per primo e perdere la scommessa, così ciascuno estrasse il proprio sacco a pelo dallo zaino, ci si infilò e si sistemò sull’ampio tappeto a terra, per dormire o, almeno, per provarci.

Dormire! Nessuno dei tre riusciva a chiudere occhio: ogni rumore, ogni scricchiolio, ogni alito di vento li spaventava a morte.

Pian piano, il sonno prese il sopravvento e si addormentarono.

A mezzanotte in punto furono svegliati, di soprassalto, dal pendolo che suonava le ore.

Un battito, poi un altro, un altro ancora ma, questa volta, lo scricchiolio che sentirono era diverso, più ritmato: non sembrava prodotto dal vento che soffiava tra le imposte, era piuttosto un rumore…sì, un rumore di passi.

Poi, si sentirono distintamente un cigolio di catene e ferri, seguito da un ululato, che fece venire i brividi ai tre ragazzi coraggiosi.

Si strinsero tutti e tre, l’uno con l’altro, mentre i rumori si facevano sempre più forti e decisi.

Era chiaro che, chiunque stesse provocando quei rumori, si stava avvicinando sempre di più.

La porta si spalancò. Un vento gelido li avvolse. Una luce bianca invase la stanza e un ululato li travolse.

Chi sei?” chiese Matteo, dopo aver raccolto le ultime briciole di coraggio che gli erano rimaste.

UHUHUHUH! Soooonoooo il faaaaantaaaaasmaaaa foooormaggiiiinoooo! Va via da casa mia, se non vuoi finir male!”.

A quel punto, uno dei tre ragazzi – a voi indovinare chi – si staccò dal gruppetto, si alzò in piedi e disse, urlando: “Ueh! Fantasma Formaggino! Se non te ne vai subito, ti spalmo sul panino!”.

Di Admin