Bambini

I bambini, spesso, hanno una particolare capacità: mandare fuori dai gangheri i genitori. Atteggiamenti ribelli, disubbidienza, possono provocare reazioni da parte dei genitori che, essendo esseri umani, già sottoposti a loro stress personali, lavorativi eccetera, non sempre reagiscono nel modo più corretto. 

  • Le reazioni dei genitori

Non tutti i bambini sono uguali, ci sono quelli più docili ed obbedienti e altri più ribelli, che sembrano refrattari ad ogni atto di obbedienza ai genitori, che fanno letteralmente perdere le staffe a mamma e papà.

Nessun essere umano è perfetto e di conseguenza anche nessun genitore lo è. Comprensibile, quindi, che vi possano essere reazioni sbagliate di fronte a bambini particolarmente ribelli disubbidienti, difficili da questo punto di vista.

Nonostante queste premesse, occorre che ciascuno impari a dominare se stesso, a moderare le reazioni innanzitutto perché un solo ceffone al bambino ha potenzialmente conseguenze psicologiche sul bambino e poi perché potrebbe anche avere conseguenze penali.

  • La legge al riguardo

Vero che al chiuso delle mura domestiche nessuno può sapere se hai dato un ceffone al tuo bambino ma i bambini parlano ed esprimono anche attraverso scritti e disegni le cose che accadono in casa.

Se la cosa rimane ad un episodio a sé stante, nulla accade a livello legale ma se il tuo è una modalità comportamentale nei confronti del bambino, allora le cose possono cambiare.

Un paio di anni fa, forse qualcosa di più, in Svezia, un papà italiano che ha mollato un ceffone al proprio figlio disubbidiente in pubblico è stato arrestato e messo in prigione, fino all’intervento delle autorità italiane che lo hanno fatto scarcerare e ritornare in Italia.

Nel nostro Paese  esistono comunque norme severe che possono rappresentare problemi seri per i genitori con le mani pesanti.  

  • Come agire con i bambini disubbidienti

Soprattutto nella fascia di età tra i due e i tre anni i bambini prendono coscienza della propria individualità. Questa è l’età del “NO”. I bambini in questa età escono dal cono della dipendenza totale dai genitori e mettono in atto comportamenti ribelli seppure in maniera generica, non razionale. 

Il passaggio dall’età in cui il bambino è totalmente dipendente dai genitori ad una nuova sua consapevolezza personale è difficile da affrontare ma sempre meno di ciò che accade nell’adolescenza.

La cosa peggiore da fare in questa fase è imporsi come genitore con la violenza, fisica e verbale. Attenzione che con questo non si deve sfociare nel permissivismo, nell’assenza di regole o nell’assenza di conseguenze se le stesse regole non vengono rispettate.

Le regole, i no ai bambini servono per delimitare il terreno tra ciò che può permettersi di fare e ciò che no. I no sono utili ai bambini per capire che esistono limiti e regole che non devono essere superati, mai.

Lungi da noi il voler colpevolizzare i genitori che perdono le staffe ma attenzione ai danni che queste modalità possono provocare nei bambini: non servono a rendere più obbedienti i bambini e possono generare il loro danni psicologici. Online si possono trovare diversi consigli a riguardo, questa guida per genitori può essere d’aiuto a molti.

  • La valenza delle regole 

Un bambino che cresce senza regole rischia di crescere allo stato brado e questo influenza l’equilibrio anche nella sua vita adulta. Al contrario un bambino cresciuto con eccessiva rigidità e con frequenti punizioni rischia alla lunga di crescere sentendosi cattivo, provocando problemi e guai.

Equilibrio è la parola segreta per far crescere correttamente un bambino, unito ad un alternarsi di tolleranza e rispetto delle regole.  

Una delle modalità corrette è impostare regole nelle varie situazioni. Ad esempio, prima di entrare in un negozio, è bene impostare la regola fondamentale: “ora entriamo e tu devi stare vicino alla mamma e non toccare niente”.

Se il bambino infine ha rispettato la regola, occorre gratificarlo, premiarlo per questo anche con piccole cose, un cioccolatino, un dolcetto che sai apprezzare da parte del bambino, in modo che lo stesso sia incentivato a rispettare le regole date. 

Di fronte alla disubbidienza del bambino, è meglio non togliere loro qualcosa perché di fronte alla caparbietà del bambini infine non resterà nulla da togliere e i genitori si troveranno in condizione di debolezza.

Meglio, piuttosto, aggiungere un compito al bambino, questo può essere quasi infinito, legando l’esecuzione del compito ad una gratificazione.